• America’s Cup:

    storia e leggenda da New York a Luna Rossa

Nel 2024 le acque di Barcellona ospiteranno la più antica competizione sportiva internazionale: l’America’s Cup. Una sfida velistica nata da una “rivalità” tra Gran Bretagna e Stati Uniti e che già nel 1851 fissò le regole valide ancora oggi. Nel corso della sua lunghissima storia sono tante le imbarcazioni e gli equipaggi balzati agli onori della cronaca tra record, leggende e racconti incredibili. Ripercorriamo i momenti più entusiasmanti per prepararci al meglio all’America’s Cup 2024.

La storia dell’America’s Cup: There is no second

La storia dell’America’s Cup risale al 1851, quando in occasione della prima esposizione universale di Londra, il Royal Yacht Squadron organizzò una regata internazionale mettendo in palio “la coppa delle 100 ghinee”, ovvero una brocca d’argento ancora oggi assegnata al vincitore della competizione.
L’equipaggio statunitense del New York Yacht Club vinse la regata con l’imbarcazione America avendo la meglio sugli sfidanti internazionali. Tornati negli Stati Uniti, i membri del consorzio che costruì l’imbarcazione decisero di donare il trofeo, rinominato “America’s Cup” al New York Yacht Club. L’atto che sancì la donazione, chiamato Deed of Gift è in uso ancora oggi e contiene le regole da seguire per mettere in palio la coppa che dal 1870 iniziò ad essere contesa tra vari circoli internazionali.
Una curiosità: il motto dell’America’s Cup è “There is no second”, ovvero “Non c’è secondo”. La leggenda vuole che questa frase sia stata pronunciata in risposta alla Regina Vittoria che chiese, alla fine della prima storica regata, quale imbarcazione fosse giunta seconda.

Defender, challenger e challenger of record

Nell’America’s Cup si distinguono challenger e defender. Il challenger fu il primo sindacato che sfidò il defender, ovvero chi deteneva il trofeo. Ritorniamo alla vittoria del New York Yacht Club: dopo 19 anni dal primo evento, nel 1870, il Royal Thames Yacht Club lanciò la prima sfida al NYYC. L’8 agosto 1870 iniziarono così le prime competizioni tra imbarcazioni che sono arrivate fino ad oggi, con alcune modifiche al regolamento.

Fino al 1983 in ogni edizione ci fu infatti un solo e unico challenger che lanciava la sfida e che quindi partecipava alla gara. Ma nel 1983 si presentarono ben sei pretendenti al ruolo di challenger. Fu quindi organizzato un torneo preliminare – le Series – il cui vincitore acquisiva il diritto di sfidare il defender nell’America’s Cup vera e propria. All’epoca fu la casa di moda Louis Vuitton a mettere in palio il trofeo, denominato “Louis Vuitton Cup”, oggi “Prada Cup”.

Piccolo dizionario utile: si definisce “challenger” il sindacato che vince le Series, “challenger of record” il sindacato che lancia per primo la sfida e “defender” il detentore corrente del titolo. Il challenger of record e il defender firmano insieme il protocollo dell’edizione che sarà disputata.

La leggenda: Sir Lipton

Per moltissimi anni la Coppa America fu una questione ad appannaggio di Inghilterra e Stati Uniti. Nelle varie edizioni conti, lord e imprenditori si cimentarono nella competizione velistica con l’obiettivo di portare il trofeo in patria. Memorabili furono le sfide di Sir Thomas Lipton, il celebre fondatore dell’azienda di tè omonima, che lanciò la sfida agli americani per ben cinque volte. La prima, nel 1899 con l’imbarcazione Shamrock, si concluse con una sconfitta per Lipton che però accettò con grande fair play il risultato. L’imprenditore ci riprovò nel 1901, con lo Shamrock II, nel 1902 con lo Shamrock III e nel 1914 con lo Shamrock IV. In quell’anno la competizione fu sospesa per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e riprogrammata nel 1920. La quinta e ultima volta di Sir Lipton all’America’s Cup fu nel 1929, con lo Shamrock V: l’imprenditore collezionò solo sconfitte, ma la sua grande correttezza contribuì a rasserenare il clima tra Inghilterra e Stati Uniti. Con queste operazioni, inoltre, Sir Lipton guadagnò parecchia visibilità per la sua azienda.

Ancora oggi, infatti, grandi imprese decidono di finanziare equipaggi e imbarcazioni, diventando veri e propri simboli di questo sport. L’esempio lampante è Luna Rossa Prada, il team italiano che dal 2000 ha contribuito ad aumentare l’interesse del Bel Paese verso l’America’s Cup.

Qual è il team più vincente della Coppa America?

I team americani hanno detenuto il trofeo dal 1851 al 1980 – per 25 volte consecutive – fino a quando nel 1983 la competizione fu vinta dall’Australia II in rappresentanza del Royal Perth Yacht Club. Quattro anni dopo, nel 1987, Fremantle (Perth, Australia), fu la prima location al di fuori degli Stati Uniti a ospitare l’America’s Cup. Quell’edizione fu vinta dal San Diego Yacht Club che riportò la Coppa negli Stati Uniti dove rimase fino al 1995 quando fece la sua comparsa il Team New Zealand.

Nel 2003 per la prima volta un’imbarcazione europea vinse il trofeo: si trattava di Alinghi, in rappresentanza della svizzera Société Nautique de Genève.

In oltre 170 anni di storia, l’America’s Cup è stata vinta da sole 4 nazioni: Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Svizzera. Ad oggi il club più vincente è il New York Yacht Club con 25 vittorie, seguito dal Royal New Zealand Yacht Squadron con 4.

Le imbarcazioni

L’America’s Cup è una competizione spettacolare anche grazie alle possenti imbarcazioni che scendono in acqua, oltre alla bravura dell’equipaggio e agli studi ingegneristici che precedono le gare.
Nei quasi 200 anni di storia è capitato spesso che alcuni team costruissero innovative e performanti imbarcazioni, giocando con le zone grigie del regolamento. Un esempio è il catamarano statunitense Stars and Stripes: lungo solo 18 metri e quindi molto più agile e veloce, si aggiudicò la vittoria nel 1988.
Negli ultimi anni il dibattito si è polarizzato tra l’utilizzo del monoscafo o del multiscafo. Nel 2011 infatti il defender Golden Gate Yacht Club scelse di utilizzare barche multiscafo, inaugurando la classe AC72. Il multiscafo aveva il compito di rendere le sfide più avvincenti e fu utilizzato fino all’edizione 2013. Nel 2017 infatti si ritornò al monoscafo con la classe AC75 che sarà utilizzata anche per l’America’s Cup 2024 a Barcellona.

Italia e America’s Cup: da Azzurra a Luna Rossa

Il rapporto tra Italia e America’s Cup è piuttosto recente se paragonato alla lunga storia della competizione.

La prima barca italiana, Azzurra, scese in acqua infatti nel 1983, quando fu istituita per la prima volta la Louis Vuitton Cup. In rappresentanza dello Yacht Club Costa Smeralda, fu finanziata tra gli altri da Gianni Agnelli e si classificò terza nelle Series.

Nel 1992 l’imbarcazione Il Moro di Venezia, in rappresentanza della Compagnia della Vela, guidato dallo skipper Paul Cayard vinse la Louis Vuitton Cup e diventò il primo challenger non anglosassone.

Infine nel 2000 fece il suo ingresso nella competizione la celebre Luna Rossa, grazie a cui l’America’s Cup diventò molto popolare e seguita in Italia. L’imbarcazione si aggiudicò una vittoria nella Louis Vuitton Cup e una nella sua erede Prada Cup. Ha quindi partecipato all’ America’s Cup due volte, nel 2000 e nel 2021, perdendo in entrambi i casi contro l’imbarcazione del team New Zealand.

E nel 2024 si presenta come una delle 6 imbarcazioni sfidanti, con l’obiettivo di riscattare la sconfitta dell’edizione precedente. Scopri tutti i dettagli su Luna Rossa all’America’s Cup 2024 qui.

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37AC_Alinghi Red Bull Racing training on BoatZero1 (c)Alex Carabi_America's Cup
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