Il Natale, in Catalogna, è molto sentito, rappresentato da curiose tradizioni che si tramandano da tempo immemore, sigilli di una Comunità sempre molto originale. Originalità è la parola giusta per definire le tradizioni natalizie catalane, che fondono con genialità, folklore e senso d’umorismo. Le feste di natale, infatti, da queste parti, esprimono una spiccata vena d’ilarità, senza mai smarrire, però, l’aspetto solenne tipico del Natale.
Basta fare i nomi di Caganer e Caga Tió, per ritrovarsi di fronte a tradizioni molto singolari, curiose e assolutamente divertenti. Se a queste, poi, si combinano le iniziative più tradizionali dell’allestimento dei presepi e di mercatini pittoreschi, allora l’opera è completa e non resta che vivere di persona un Natale in Catalogna.
D’altronde a Barcellona, dove le temperature sono miti tutto l’anno, il Natale non è mai troppo rigido, a vantaggio di un’atmosfera coinvolgente in ogni angolo della città. Un motivo in più per conoscere dal vivo le singolari tradizioni natalizie catalane.
Caga Tió
Il Caga Tió è una delle tradizionali più curiose ed è legata a un personaggio mitologico catalano, il Tió de Nadal, che tradotto sarebbe “il ceppo di Natale”. Si tratta di un tronco di grandi dimensioni alla cui estremità vengono disegnati gli occhi e una bocca sorridente, coperto infine da un berretto tipico delle zone di campagna, la cosiddetta barretina.
Il giorno di Natale, o in alcune varianti locali, alla vigilia di Natale, si prende il “tió“, lo si colloca vicino al fuoco e lo si lascia defecare, “stimolato” a colpi di bastone, e sotto le note di una canzone tradizionale che fa esattamente così:
«Caga tió ametlles i torró no caguis arangades que són massa salades caga torrons que són més bons.
Caga tió ametlles i torró si no vols cagar et donaré un cop de bastó. Caga tió!»
Protagonisti di questo rituale sono principalmente i bambini che in cerchio, e sotto la supervisione divertita degli adulti, cominciano a prendere a bastonate il Tió, convincendolo a defecare solo cose buone, come dolciumi, mandorle e torroni.
Dopo che il Tió è stato percosso a sufficienza, i bambini vengono allontanati con una scusa qualsiasi, e poi invitati a colpire ancora il Tió. A questo punto, da sotto una coperta colorata, appaiono come per magia cumuli di dolci e di torroni, messi lì preventivamente dagli adulti.
Le feci, che in questo contesto assumono simbolicamente il valore di augurio e prosperità, alla fine si trasformano in dolciumi per la meraviglia dei bambini e la contentezza dei presenti.
Il Caganer
Approfondendo questa curiosa relazione tra il Natale e il potere magico della cacca, introduciamo un altro originale personaggio, che risponde al nome di Caganer. In base alle antiche tradizioni natalizie catalane, il Caganer rappresentava un contadino vestito con gli indumenti tipici, accovacciato con il sedere all’aria, nell’atto di defecare, generalmente posto in un angolo marginale dei presepi più tradizionali. La tradizione popolare ha sempre attribuito a questo personaggio un ruolo foriero di buona sorte, motivo per cui non poteva mai mancare nello scenario di un presepe. Inoltre, come nel caso del Caga Tió, le feci vanno intese qui come elemento di prosperità, giacché fertilizzano e nutro la Madre Terra.
Oggi il Caganer è più presente che mai nel folklore catalano, anzi si è evoluto: così, oltre alla tipica figura del contadino accovacciato, si sono messi tutti a defecare, tanto che nelle vetrine dei negozi o sui poggiali delle bancarelle, si incontrano i personaggi famosi più in voga del momento rappresentati nella classica posizione fecale: il Papa, Trump, Messi, chi più ne ha più ne metta, ognuno dà il suo contributo alla causa comune.
Fiere e mercatini di Natale
Tra le tradizioni natalizie catalane vi è poi l’immancabile Fira de Santa Llúcia, che si svolge a Barcellona, davanti alla Cattedrale, nel cuore del Barri Gòtic.
Il mercato è una vera e propria fiera dell’artigianato catalano, dove è possibile trovare presepi, addobbi natalizi, regali originali, alberelli di Natale. Un evento molto coinvolgente, particolarmente caro agli abitanti di Barcellona, che si svolge di solito alla fine di novembre, un’occasione per i turisti per comprare souvenir natalizi e conoscere le tradizioni più particolari, come quelle dei già menzionati Caganers e Caga Tió.
Quella del mercatino è una traduzione piuttosto antica, che a giudicare dalle fonti storiche, rimonta alla metà del Settecento, e da allora non si è mai fermata, nonostante guerre, calamità ed altri infausti avvenimenti.
I presepi viventi
Impensabile pensare a un Natale senza presepi, e la Catalogna non fa eccezione. Più che dei presepi statici, però, i catalani sono ottimi interpreti dei presepi viventi, e abili creatori di magiche atmosfere natalizie, che cambiano da zona a zona.
Di presepi che vanno in scena, in Catalogna, ce ne sono molti, e tra i più interessanti certamente segnaliamo quello di Corbera de Llobregat, nel quale vanno in scena ben 200 attori. Una sorta di “presepe diffuso”, che anima tutta la città e interagisce direttamente con gli spettatori i quali si ritrovano a passeggiare a fianco dei figuranti, regalando quella sensazione unica di esser parte della scena.
C’è poi il presepe vivente di Gunyoles d’Avinyonet che vanta una tradizione di oltre 35 anni ed è molto particolare perché è l’unico in Catalogna dove i figuranti parlano e cantano tra loro, regalando allo spettatore un senso fortemente realistico.
Els Reis Mags
Più che il natale i Catalani, e gli spagnoli in generale, celebrano l’Epifania, il giorno 6 gennaio che coincide con l’arrivo dei Re Magi, els Reis appunto. Un momento solenne e magico, un’occasione imperdibile per riunirsi tutti in famiglia e scambiarsi i doni. Si rievoca così l’arrivo, secondo la tradizione cristiana, dei Re Magi alla grotta di Gesù Bambino appena nato, con al seguito i preziosi doni di oro, incenso e mirra.
Inoltre, alla vigilia dell’Epifania, a Barcellona va in scena la solenne Cavalgata dels Reis Mags, una grande sfilata che si svolge tra le strade del centro e vede protagonisti, neanche a dirlo, i Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, i quali lanciano e regalano dolciumi e caramelle dai carri allegorici, animati a loro volta dalle danze dei figuranti in festa.
Dolce tipico della festività è il tortell, una grande ciambella alla crema che nasconde al suo interno una statuina raffigurante uno dei re Magi. Colui che trova la statuina viene simbolicamente nominato Re per un giorno, e incoronato con una corona di cartone.