Catalunya dai mille segreti, terra di storia, di vita e cultura. Non basterebbe una vita per conoscerla tutta, e per apprendere tutte le sue storie. Ogni tanto, però, emerge dal fondo del tempo qualcosa di incredibile ed è subito stupore. Come la vicenda degli Indiani di Catalunya. Sì, avete capito bene, gli Indiani di Catalunya. Noi ci abbiamo messo un po’ a capire di cosa si trattava, fino a quando non ci si è chiarita ogni cosa, con un inevitabile senso di incredulità.
Gli Indiani, a modo loro hanno cambiato la storia della Catalunya, arricchendola di sfumature che travalicano addirittura un Oceano. Con loro si intrecciano le vicende di un intero popolo, la cui storia oggi, è tornata finalmente in auge, anche grazie al turismo culturale, che coincide a sua volta con la riscoperta degli itinerari cittadini a tema.
Ma chi sono questi Indiani di Catalunya e dove possiamo trovare le loro tracce? Seguiteci e lo scoprirete.
Una storia da raccontare
Lo sappiamo già cosa state pensando, state pensando che per un qualche arcano motivo, gli Indiani d’America sono emigrati in Catalunya. Beh non è proprio così, anche se in effetti il nome può indurre in confusione. Perciò facciamo una doverosa premessa. Per Indiani di Catalunya intendiamo tutti coloro che, tra la metà e la fine dell’800 hanno lasciato le proprie case e famiglie, sono emigrati nelle Americhe, hanno fatto fortuna e poi sono tornati con grandi capitali, che hanno investito nelle loro città di origine.
Come? Principalmente costruendo case signorili. Case, palazzi e in alcuni casi edifici sontuosi, da interpretarsi come simboli evidente di un personale successo. Personaggi dal grande carisma che sono partiti con l’idea fissa di tornare in patria, e non appena hanno potuto sono tornati in pompa magna facendosi precedere da grandiosi progetti architettonici.
Oggi le tracce dei cosiddetti Indiani sono visibili in molti paesi della costa catalana, ed in alcuni casi costituiscono dei veri e propri itinerari cittadini. Percorsi molto interessanti dove le vicende personali si incrociano con la storia e con l’evoluzione architettonica della città stessa.
Avventurieri e Commercianti
La storia è andata più o meno così: i catalani partirono alla volta delle Americhe (principalmente America Centrale, America del Sud e la zona caraibica) per due motivi: per migliorare la loro condizione economica, in molti casi davvero deprimente, oppure per sfuggire ai servizi di leva obbligatori. In entrambi casi è probabile che i novelli avventurieri avessero un gancio nel Paese di destinazione, giacché i catalani all’epoca non sarebbero mai partiti senza un minimo di garanzia.
Col tempo, e grazie al loro spirito di adattamento e d’intraprendenza, misero in piedi delle vere e proprie imprese di successo, che riguardavano essenzialmente il commercio e la trasformazione di materie prime come la canna da zucchero, il tabacco, il caffè e il cacao.
Una volta accumulate le ricchezze, gli Indiani cominciavano a pianificare il rientro in patria. Prima però, contattavano persone di fiducia, familiari o amici, chiedendo loro di aiutarli a contrattare architetti e capi-mastro che a loro volto avrebbero dovuto seguire i lavori di realizzazione delle loro nuove case.
Dimore o opere d’Arte?
Case o edifici sontuosi, la cui realizzazione veniva finanziata interamente con i guadagni d’oltreoceano. E che case! Le “case indiane” infatti, seguivano criteri estetici ben specifici e si rifacevano ai principali stili allora in auge: il neoclassicismo che riproponeva i caratteri dell’arte greco-romana; il modernismo che dava risalvo ai motivi floreali e naturali; e il novecentismo che è un po’ un misto dei due stili precedenti.
Possiamo riscontrare, inoltre, tre tipi di edifici, distinguibili più che altro per dislocazione: le case vicino al mare, i casolari in campagna in stile coloniale e gli edifici maestosi nei centri storici delle città. In tutti i casi c’era la firma autorevole di grandi architetti contattati per lasciare il segno. In questo modo, la realizzazione delle case signorili avrebbe preceduto il ritorno dei nuovi ricchi, i quali sarebbero stati accolti da un accento di nobiltà e grandiosità.
Le rotte degli Indiani in Catalunya
Con il loro ritorno in Catalunya, gli Indiani hanno cambiato l’assetto di molte città, migliorandone l’estetica e la disposizione e non solo, perché in molti casi questi personaggi si dimostrarono dei veri e propri filantropi, finanziando la realizzazione di edifici pubblici. Tra i Pobles catalani che conservano evidenti tracce di questo tipo ci sono: Begur, Palafrugell, Calonge, Tossa de Mar, Lloret de Mar e Blanes in Costa Brava; Arenys de Mar, Sant Pere de Ribes e Sitges lungo la costa di Barcellona e Torredembarra in Costa Daurada. In tutti questi municipi potrete trovare tracce del passaggio, o meglio del ritorno, degli Indiani.
Da non perdere
Per esempio ad Arenys de Mar e Blanes, nel mese di maggio, il Comune organizza passeggiate culturali sulle tracce degli Indiani, mentre a Tossa de Mar (nel mese di maggio) e a Begur (i primi di settembre) si svolgono delle Fiere tematiche che riguardano proprio gli Indiani di Catalunya. Dibattiti, seminari e incontri per celebrare e approfondire un’epoca storica davvero unica.
Sempre a Blanes, in ottobre, si organizzano delle visite guidate nel cimitero monumentale, molte delle cui sontuose statue furono finanziate dagli Indiani per perpetrare la propria memoria o quella dei propri antenati. Cimitero monumentale in stile modernista che si trova anche a Lloret de Mar e che vi consigliamo di visitare, non fosse altro per farvi un’idea di quanta ricchezza confluì in questo piccolo paesino della Costa Brava, in un sol colpo.